La letteratura poliziesca è stata spesso criticata per la mancanza di un vero valore artistico. Molti critici, infatti, hanno caratterizzato il genere letterario come una semplice forma di svago, senza nessuno scopo. Che cosa succede, però, quando lo scopo della letteratura poliziesca è quello di introdurre le vere esperienze personali nella vita dei suoi personaggi finti, di rappresentare la vita reale? Il risultato, nel caso di Gadda, è un miscuglio di lingue, informazioni secondarie al testo, e una strana connessione ai personaggi.
Neanche un dizionario vi è utile a leggere Gadda. Purtroppo, le parole dialettali non fanno parte del linguaggio standard. Quindi, se uno non conosce il romano, milanese, veneziano, greco, ecc., è difficile leggere Gadda con chiarità e facilità. L’uso delle varie lingue, però, è lo strumento con cui Gadda riesce a far sapere al lettore discretamente quanto sa lui. Senza dire in parole ben chiare quanti luoghi ha vissuto e visitato, ci dà un accenno alla sua esperienza del mondo, un accenno che noi esperimentiamo nelle diverse lingue dialettali nel testo. Conosciamo un aspetto biografico dello scrittore senza averlo letto precisamente.
Al momento in cui il lettore comincia a capire il suo romanzo al livello lessicale, Gadda ci porta fuori strada per rivelarci un altro aspetto di se stesso. Infatti il Pasticciaccio è pieno di storie che non hanno che fare con la trama centrale, diversioni e divagazioni nel testo fatte per parlare di un fatto peculiare. Di solito questi sfoghi rispecchiano la sua conoscenza- tecnica: come, per esempio, una spiegazione grafica di un cadavere, o un commento dettagliato di un’ arma rappresentando le sue esperienze militari. La spirale continua non ci fa seguire una sola traccia nella trama del romanzo, ma invece una traccia nella vita di Gadda.
I personaggi di Gadda hanno una strana somiglianza alle persone della sua famiglia, conseguentemente portando il lettore ad una conoscenza e una connessione personale ai personaggi. Non a caso, c’è una somiglianza tra Liliana e la madre di Gadda. La rappresentazione di una Lilliana pura, lodevole, e quasi vergine rispecchia anche una descrizione della madre di Gadda. Le cosiddette ragazze adottive con la loro bellezza sono state paragonate alla sorella di Gadda. Come Liliana con il suo forte desiderio di essere mamma, era pure suggerito che la sorella di Gadda cerco’ di adottare una bambina dopo essersi sposata ad una età troppo matura per farsi una bambina sua. Anche il protagonista Ingravallo condivide molte somiglianze con Gadda stesso. La maniera in cui Ingravallo si perde in un dettaglio particolare dipinge la maniera stessa in cui pensa Gadda. Allora, conoscendo i personaggi nel suo romanzo diventa quasi una trucca letteraria dell’autore, e allo stesso tempo, il suo romanzo diventa qualcosa di più di una classica storia poliziesca.
La letteratura di Gadda, nonostante la difficoltà a seguire bene la trama, è un tipico romanzo giallo con l’investigatore classico. Il Pasticcacio, però, offre qualcosa di più al lettore. Il lettore diventa non solo l’investigatore del delitto di cui legge, ma anche l’ investigatore della vita di Gadda. Allora, se il lettore investiga bene, troverà delle tracce che portano a capire la biografia dello scrittore. E facendo questa investigazione psicoanalitica,il lettore scopre uno scopo nascosto di Gadda: l’intreccio poliziesco svela al lettore il caos della vita. Ma come Gadda ci fa lavorare molto per seguire la trama nel suo romanzo, ci farà lavorare di più per rivelare il mistero della sua vita. Poichè tutti noi, come Gadda, abbiamo una storia da rivelare.