Thursday, April 30, 2009

Qual e’ il ruolo della letteratura poliziesca nel mondo contemporaneo?

Questa è la domanda a cui stiamo provando a rispondere durante tutto il semestre: perché la letteratura poliziesca? Se pensiamo a tutti gli autori, a tutte le critiche, e a tutti i film che abbiamo visto in classe ci fa riflettere su tutti i temi che abbiamo discusso, e ce ne sono tanti! Soprattutto la letteratura poliziesca e’ un modo per gli artisti a criticare la società in un modo sicuro, con la possibilità di seguire diversi percorsi artistici.

All’inizio del semestre c’erano due critici importanti, Benedetto Croce e Antonio Gramsci, che hanno divulgato chi sono gli artisti. Era Benedetto Croce che ha chiesto: a cosa serve la letteratura? Ha concluso che l’arte è fatta solo dagli uomini di genio e che la cosa più importante quando si considera l’arte è la forma estetica. Ma è vero, dopo tutto quello abbiamo letto e visto? Secondo me un po’ si. Profondo Rosso era un po’ concentrato sulla forma estetica con la presenza del sangue in un modo artistico. Fino a che punto è importante la forma estetica? Anche Gadda era veramente ossessionato con la sua forma sopratutto con la passione per le cose non non essenziali della vita. Le sue digressioni e le sue descrizioni dei diversi campi di conoscenza sono diventati una forma di arte e hanno superato l’importanza della struttura del libro. Guernica di Carlo Lucarelli ha trasformato letteratura in arte estetica con poesie, storia, e le parole descrittive. Ecco un esempio che abbiamo letto in classe che crea un immagine mentale come se vedessimo un film o stessimo dentro un quadro: “Veniva incontro a loro un altro gruppo di soldati con la baionetta in canna e in testa una bandiera con la stella, e questi e quelli io li vedevo deformati dalle gocce, distorti, alti e stretti, o gonfi come rospi.” Questi tre autori avevano diverse idee su che cose è la forma estetica e sull’effetto che ha sui lettori: le immagini profonde, le piccole cose della vita, parole descritte come spiega arte e la combinazione di arte e storia. Viviamo nel mondo contemporaneo con internet, televisione, telefonini--immagini da tutte le parti. In questo mondo è più importante la forma estetica per invocare emozioni nel mondo dei libri gialli?

Poi ho pensato a Gramsci e mi sono ricordata la citazione che appare sul nostro programma di studio: “Se si puo parlare di intellettuali, non si puo parlare di non –intellettuali, perche non-intelletuali non esistono….ogni uomo, infine, all’infuori della sua professione esplica una qualche attitiva intelletuale è cioe’ un “filosofo,” un artista, un uomo di gusto, partecipa di una concezione del mondo, ha una consapevole linea di CONDOTTA MORALE, quindi contribuisce a sostenere o a MODIFICARE una concezione del mondo, cioe’ a suscitare NUOVI MODI DI PENSARE.” La questione degli artisti intellettuali in combinazione con romanzi polizieschi è una questione a cui abbiamo provato a rispondere durante questo semestre studiando diversi autori: Sciascia, Camilleri, Gadda per nominarne alcuni. Noi come lettori aspettiamo un’ investigazione dove si trova il colpevole delinquente e l’investigazione risolta in un percorso lineare e razionale con la giustizia e con la punizione giusta. Il nostro mondo comtemporaneo non funziona così pero’ e quindi perché aspettiamo che la finzione sia cosi? Quasi tutte le cose che abbiamo letto non avevano questa fine soddisfacente dove dopo diremmo hanno vinto i migliori! Hanno preso i delinquenti! Invece autori come Sciascia e Camillieri hanno descritto i romanzi senza fine e testimoni poco cooperativi che sanno qualcosa del delitto pero’ non dicono niente. Ci serve un intellettuale per esprimere, o per capire, la scusa per scrivere ? No, un lettore medio, come voleva Sciascia, capisce che il mondo non funziona quindi fa vedere che c’è un problema. Un lettore medio e un autore medio: che ne pensate? È vero che i romanzi polizieschi sono un modo per criticare soprattutto l’ideologia e l’inattività della società, un modo per provare a cambiare i problemi e i diversi sistemi?

Wednesday, April 22, 2009

La violenza nel giallo

Il tema della violenza si trova in molti gialli. Perché il giallo, d’abitudine, era centrato attorno al delitto (o delitti) misterioso o criminale. Il diletto implica una violenza contro una o più persone, o contro le cose che appartengono a qualcuno. Un delitto senza violenza può essere commesso ( le bijou del sultano è rubata), ma non sarebbe interessante per un lettore d’oggi se il pericolo o la minaccia della violenza non fosse presente nel racconto. Nei gialli classici di Agatha Christie le vittime sono ammazzate con l’arsenico o in modo freddo con sottigliezza; tutto il contrario dei fatti sanguinosi che si vedono in Profondo Rosso. Si può visualizzare una gradazione graficamente espressa in gradi o in quantità misurata che va da poca violenza o una violenza sottilizzata come nei romanzi di Conan Doyle verso i romanzi di Thomas Harris, con i cannibali che uccidono in serie,- come Hannibal Lector.
Ho amato molto il romanzo di Sciascia A ciascuno il suo, un libro dove le scene della violenza occupano a pena qualche linea di testo. I film di culto e d’orrore sono diversi (per esempio El Topo di Joderowsky, o Throne of blood di Kurasawa). La gente ha bisogno di guardare il sangue e diverse forme di violenza per avere paura e per avere l’esperienza dell’emozione forte. Io non sono contro la violenza nel romanzo se contribuisce al racconto. Per esempio, le sette morti nel Il nome della rosa hanno un senso per lo sviluppo del romanzo di Eco. Penso anche al romanzo giallo/storico Il fuoco greco scritto da Luigi Malerba, per descrivere un’epoca violenta, durante la Corte di Bisanzio: l’autore ha ricreato un mondo brutto con la sua finzione immaginativa. I romanzi gialli classici sono diversi delle opere di autori moderni come Niccolò Ammaniti ( Io non ha paura; Fango; Ti prendo e ti porto via; e il più violento- Come Dio commando). La lettura degli autori come Sciascia, Marco Vichi (con la serie “Un’indagine del Commissario Bordelli”), Fruttero & Lucentini (La donna della domenica, ...A che punto è la notte), Simenon ( la serie di L’inspecteur Maigret), e Camilleri sono autori che preferisco per la qualità della scrittura e per il divertimento. Per me, la soluzione degli intrighi e la pista dell’investigazione sono più importanti della brutalità del delitto.
Ma di volta en volta devo confessare che amo leggere un po’ di libri più violenti come- Wu Ming (Manituana), Valerio Massimo Manfredi (Chimaira, ..Lo scudo di Talos,), Evangelista ( Black flag, ...Emmerich, l’inquisitore http://www.eymerich.com/ ) e Fred Vargas (tradotto in italiano). Forse, l’azione e la rapidità della lettura contano per qualche cosa. Quando il racconto è buono è difficile d'arrestare da leggere. Con i gialli, io sono curioso da vedere la fine del libro per scoprire tutti i fatti sul delitto e i risultati dell’investigazione. Il filosofo Rene’ Girard ha scritto sull'associazione fra la violenza e la sacralità. Per lui de religioni erano formate dei riti sacrificali, un tipo di violenza organizzata dalla comunità. Per lui il sistema moderno della giustizia è un’evoluzione del concetto del sacrificio violento. La capra espiatore ha la funzione di “espiare” la colpa della società. La pena di morte, la tortura e la carcerazione sono le forme moderne della violenza comunitaria che sono amministrate per i giudici, un potere aperto all'abuso secondo Sciascia. Insomma la violenza è uno aspetto della cultura nascosta nell’origine oscura e nei miti antichi dell’umanità. Nascosta, ma ancora presente oggi specialmente con la pena di morte.
Il ruolo della violenza nei gialli è da cattura l’attenzione del lettore ma anche di provocare un senso d’indignazione e creare un’emozione forte. Quando il criminale è scoperto e il delitto è risolto noi abbiamo un senso di successo. Identificammo con il vincitore, il detective. Noi siamo maestre della situazione. Nella vita reale il mondo è diverso è la violenza esiste e non è una finzione. Si può essere la funzione del giallo di compensare con l' imaginazione per i fatti troppi brutali del mondo. Buona lettura!

Tuesday, March 31, 2009

Come uno scittore rivela la sua propria vita dentro un mondo letterario


La letteratura poliziesca è stata spesso criticata per la mancanza di un vero valore artistico. Molti critici, infatti, hanno caratterizzato il genere letterario come una semplice forma di svago, senza nessuno scopo. Che cosa succede, però, quando lo scopo della letteratura poliziesca è quello di introdurre le vere esperienze personali nella vita dei suoi personaggi finti, di rappresentare la vita reale? Il risultato, nel caso di Gadda, è un miscuglio di lingue, informazioni secondarie al testo, e una strana connessione ai personaggi.
Neanche un dizionario vi è utile a leggere Gadda. Purtroppo, le parole dialettali non fanno parte del linguaggio standard. Quindi, se uno non conosce il romano, milanese, veneziano, greco, ecc., è difficile leggere Gadda con chiarità e facilità. L’uso delle varie lingue, però, è lo strumento con cui Gadda riesce a far sapere al lettore discretamente quanto sa lui. Senza dire in parole ben chiare quanti luoghi ha vissuto e visitato, ci dà un accenno alla sua esperienza del mondo, un accenno che noi esperimentiamo nelle diverse lingue dialettali nel testo. Conosciamo un aspetto biografico dello scrittore senza averlo letto precisamente.
Al momento in cui il lettore comincia a capire il suo romanzo al livello lessicale, Gadda ci porta fuori strada per rivelarci un altro aspetto di se stesso. Infatti il Pasticciaccio è pieno di storie che non hanno che fare con la trama centrale, diversioni e divagazioni nel testo fatte per parlare di un fatto peculiare. Di solito questi sfoghi rispecchiano la sua conoscenza- tecnica: come, per esempio, una spiegazione grafica di un cadavere, o un commento dettagliato di un’ arma rappresentando le sue esperienze militari. La spirale continua non ci fa seguire una sola traccia nella trama del romanzo, ma invece una traccia nella vita di Gadda.
I personaggi di Gadda hanno una strana somiglianza alle persone della sua famiglia, conseguentemente portando il lettore ad una conoscenza e una connessione personale ai personaggi. Non a caso, c’è una somiglianza tra Liliana e la madre di Gadda. La rappresentazione di una Lilliana pura, lodevole, e quasi vergine rispecchia anche una descrizione della madre di Gadda. Le cosiddette ragazze adottive con la loro bellezza sono state paragonate alla sorella di Gadda. Come Liliana con il suo forte desiderio di essere mamma, era pure suggerito che la sorella di Gadda cerco’ di adottare una bambina dopo essersi sposata ad una età troppo matura per farsi una bambina sua. Anche il protagonista Ingravallo condivide molte somiglianze con Gadda stesso. La maniera in cui Ingravallo si perde in un dettaglio particolare dipinge la maniera stessa in cui pensa Gadda. Allora, conoscendo i personaggi nel suo romanzo diventa quasi una trucca letteraria dell’autore, e allo stesso tempo, il suo romanzo diventa qualcosa di più di una classica storia poliziesca.
La letteratura di Gadda, nonostante la difficoltà a seguire bene la trama, è un tipico romanzo giallo con l’investigatore classico. Il Pasticcacio, però, offre qualcosa di più al lettore. Il lettore diventa non solo l’investigatore del delitto di cui legge, ma anche l’ investigatore della vita di Gadda. Allora, se il lettore investiga bene, troverà delle tracce che portano a capire la biografia dello scrittore. E facendo questa investigazione psicoanalitica,il lettore scopre uno scopo nascosto di Gadda: l’intreccio poliziesco svela al lettore il caos della vita. Ma come Gadda ci fa lavorare molto per seguire la trama nel suo romanzo, ci farà lavorare di più per rivelare il mistero della sua vita. Poichè tutti noi, come Gadda, abbiamo una storia da rivelare.

Sunday, March 8, 2009

Qual è il ruolo della letteratura popolare?

Un sinonimo di Popolare è "di moda" o "accettato" e si può anche interpretare come qualcosa di "corrente principale". Popolare è una cosa che è considerata col favore e l'approvazione di tutti. Ma tutti trovano le stesse cose popolari? Nel mondo della letteratura c'è la letteratura popolare, ed in questo genere di letteratura questi libri hanno ottenuto il successo e la notorietà perchè tutti li volevano leggere. Ma qual è il ruolo reale della letteratura popolare? Era stata utilizzata per diffondere l’alfabetismo quando le persone hanno cominciato ad andare a scuola? O ha soltanto un valore artistico? O è solo per la gioia e il divertimento? Forse sono vere tutte queste affermazioni, poiché la letteratura popolare ha molti ruoli diversi.Quando e’ nata la letteratura popolare? La letteratura popolare è nata perchè aveva qualcosa da offrire a un pubblico che non era necessariamente istruito, o un pubblico a cui non piaceva la lettura in generale perchè la "alta" letteratura era troppo complicata o noiosa. Prima che la maggioranza delle persone diventasse istruita, chi erano le persone che leggevano e scrivevano? Erano i piccoli gruppi privilegiati della società. E la storia ci insegna che durante la Rivoluzione Industriale prima, e anche con il Risorgimento poi, questi piccoli gruppi di letterati che scrivevano i libri avevano cominciato a renderli accessibili a tutto il resto della popolazione, anche per le persone meno istruito. Infatti con la formazione di un sistema scolastico nazionale l'alfabetismo è aumentato e la letteratura popolare ha cominciato a crescere. Sempre più persone erano in grado di comprendere e leggere la lingua italiana, ed in questa maniera la storia può essere vista come un altro ruolo della letteratura popolare.

Qual e’ il ruolo della letteratura popolare? Dunque non tutti si divertono a fare le stesse cose, ma se qualcosa è diventato "popolare", abbastanza persone, o forse addirittura possiamo dire la maggioranza delle persone, sono state interessate alla letteratura popolare. Quindi possiamo concludere che sicuramente un altro ruolo della letteratura popolare è il piacere e il godimento. Ma quando qualcosa diventa popolare, è di solito una moda e poi scompare. Vale la stessa regola anche per la letteratura popolare? O continuerà a crescere e a cambiare? Ma deve essere di più.

C’e’ ancora bisogno di questo tipo di letteratura? La letteratura popolare è una finzione che non tratta di problemi astratti, ma si occupa di descrivere situazioni reali e la vita quotidiana. Ha dei principi morali e accetta le idee sulla base del buon senso. Penso che nei libri gialli come i libri di Andrea Camilleri possiamo vedere che l’autore ha voluto intrattenere il lettore con le sue storie ed intrighi polizieschi e criminali. I problemi con la criminalità e con la mafia sono reali e concreti, e alcune volte bisogna usare un pò di fantasia per cambiare le idee ed i problemi e renderli un pò più popolari. In questo modo grazie alla finzione si possono descrivere i problemi quotidiani, e questo tipo di letteratura popolare è interessante per il lettore perchè può mettersi nel libro e seguire la storia come se fosse proprio il protagonista. Dunque per me il ruolo della letteratura popolare è per il divertimento e per consentirmi di uscire dal mio mondo e di saltare in un altro mondo. Qual’è il ruolo della letteratura popolare per te?

http://www.youtube.com/watch?v=GmwlKf-toB0&feature=related

Wednesday, February 25, 2009

Qual è l’effetto di abbinare la letteratura poliziesca al problema della criminalità organizzata


Mike Peraino

Leonardo Sciascia
A Chiascuno il Suo


Qual è l’effetto di abbinare la letteratura poliziesca al problema della criminalità organizzata (e in particolare la Mafia)?

Ci sono tante ragioni per scrivere: per esprimersi, per divertimento, per motivazioni politiche, per informare altre persone, o per protestare, solo per nominarne alcune. Nel caso di Sciascia, diversi motivi provocano le sue scelte, soprattutto la letteratura poliziesca e il problema della criminalità organizzata, in altre parole la mafia. Lui usa questo come uno strumento e nel suo libro A Ciascuno il Suo, si vede questo metodo di scrivere in primo piano.

Per creare una nuova arma letteraria, lui abbina la letteratura poliziesca al problema della mafia e crea una spada a doppia taglia. Sciascia usa questo stile come un portavoce per parlare chiaramente dei problemi che affliggono la Sicilia, ma anche il mondo; lui usa la Sicilia come una metafora per il mondo intero. Ma Sicilia e’ la verità che lui conosce, quindi scrive della sua patria.

Ma perché scrive un giallo che non e’ un giallo? All’inizio, A ciascuno il suo sembra un vero e proprio poliziesco – una storia da risolvere con le tracce da seguire, e un vero detective, che sa individuare quello che succederà, ma invece, in questo caso non si vede la progressione normale. Al posto di una storia misteriosa, o meglio nascosta come una storia misteriosa, c’e’ una forte critica della criminalità, e delle culture che non fanno niente per frenarla. Sciascia usa la letteratura per mostrare che la società non si sta comportando nella maniera giusta. Dice basta con il circolo vizioso di omertà e lui farci vedere il latro scuro dell’isola.

Penso che questo metodo di scrivere una critica o impacchettarlo come un libro popolare sia la via migliore per diffondere l’idea. Se lui lo avesse scritto come un saggio o come qualcosa più “scolastico”, il libro non sarebbe stato così popolare. A volte ci vuole la gente popolare per cambiare il mondo. Il mondo politico non basta, e questa e’ una cosa che critica Sciascia. Lui vede la corruzione dappertutto e capisce che anche quelli che fanno parte del governo (l’istituzione che dovrebbe proteggere e aiutare la gente) non sono sempre sulla strada giusta – il potere e’ corrotto.

Si vede questo nel libro perché il nostro povero detective e’ morto a causa della corruzione della società, la Sicilia, e dell’umanità’. Come si fa se non e’ possibile fidarsi dagli altri incaricati del nostro ben essere? Dovremmo cercare altrove? Forse questo e’ l’inizio di un altro girone nel circolo che contiene la società, la politica, e la mafia… non finisce mai.

Info su Sciascia
Amici di Sciascia




Lista delle sue Opere

  • Le favole della dittatura (1950)
  • La Sicilia, il suo cuore (1952)
  • "Sicilian Uncles" ("Gli zii di Sicilia", 1958 - short story)
  • The Day of the Owl (Il giorno della civetta, 1961)
  • Il consiglio d'Egitto (1963)
  • Morte dell'Inquisitore (1964)
  • L'onorevole (1965)
  • To Each His Own (A ciascuno il suo, 1966)
  • La corda pazza (1970)
  • Equal Danger (Il contesto, 1971)
  • "The Wine-Dark Sea" ("Il mare color del vino", 1973 - short story)
  • Candido; ovvero, Un sogno fatto in Sicilia (1977)
  • The Moro Affair (L'affare Moro, 1978)
  • Occhio di Capra (1984)
  • The Knight and Death (Il cavaliere e la morte, 1988)
  • The Mystery of Majorana[1] (La scomparsa di Majorana, 1975)

Sunday, February 15, 2009

E' importante perche'

Perché è importante che l’investigatore risolva il caso?

Entrare nel mondo dei crimini per provare a risolvere il mistero è la regione per cui si legge la letteratura poliziesca. Se il lettore non fa parte del libro o non c’è spazio per lui non c’è causa di provare a scoprire. Infatti il lettore ha due ruoli nel leggere. Il primo è di solo leggere, cioè essere passivo. Qui il lettore non fa parte del libro, ma se è un buon libro poliziesco, sarebbe scritto nella maniera che tira dentro il lettore, e se è scritto così il lettore diventerà più attento a quello che sta succedendo e più attivo, quasi come parte del libro. Lui proverà a risolvere il delitto e camminerà al fianco dell’investigatore. Se il caso non è risoluto, il lettore non avrà un senso di raggiungimento e questo potrebbe esser visto come una sprecata di tempo.

Thursday, February 5, 2009

Perche' e` importante che il detective risolva il caso?

Come lettori della letteratura poliziesca, anticipiamo le trame intriganti e le conclusioni giuste. Credo che il detective sia importante perché è cruciale che il caso non rimanga aperto: trovare un colpevole è nell'interesse della comunità (ed in un certo senso, anche nel nostro). È importante che il detective risolva il caso ma soprattutto è importante che noi come lettori risolviamo il caso perché ad un certo punto anche noi diventiamo il detective e non facciamo a meno di pensare a quello che resta nelle pagine successive.
All’inizio del libro “A Ciascuno il Suo” di Leonardo Sciascia abbiamo tutti le stesse domande; “Chi ha mandato la lettera alla farmacista? Che ha fatto la farmacista per meritarsi la morte?”. I lettori della letteratura poliziesca giocano due ruoli, uno passivo e uno attivo. Assumiamo la responsabilità di detective quando ci facciamo queste domande, ovvero, un ruolo attivo. E allora, diventa importante senz’altro per noi risolvere il caso. Arrivato a questo, allora, perché è importante per noi e per il detective arrivare ad una soluzione? Secondo me è una questione di premiarsi. Come il detective abbiamo bisogno di giustificare la fatica messa per arrivare alla conclusione o la risoluzione del caso. Qual è il premio? La sensazione di tranquillità…un cervello senza preoccupazioni. Siccome non facciamo fatica come il detective ad arrivare alla risoluzione, assumiamo un ruolo passivo come lettori in quanto noi ci impegniamo solo nella letteratura.

Dall’altro lato, c’è la tendenza prettamente umana di non poter fare a meno di coinvolgersi negli affari degli altri o in questo caso, negli affari delle vittime. Ed è anche per questo motivo che i lettori non riescono a mettere giù i libri. L’investigatore ci serve perchè fa tutto il lavoro, cioè investiga e interpreta le situazioni, insomma è un tipo di “sistema nervoso centrale” nel corpo del romanzo.
Abbiamo bisogno dell’investigatore perché è con lui che dobbiamo arrivare alla fine ed è lui che ci porta alla risoluzione. Siccome è tramite lui che riusciamo ad arrivare alla fine, c’è un altro aspetto significativo della capacità intellettuale del detective di risolvere il caso, cioè è importante che lo risolva perché sennò, fallisce, e falliamo anche noi. Ma dai, leggeresti un romanzo se alla fine ti fa sentire un fallimento?

Monday, February 2, 2009

La letteratura poliziesca e'...

La letteratura poliziesca…
Ci sono tante domande che vengono insieme col argomento della letteratura poliziesca e molti treni di pensiero che ci portano alle diverse possibilità. Certo ci sono le regole classiche che tracciano la formula «perfetta» per un delitto ideale e come tutto, le regole stanno cambiando.
Oggi con CSI, film di horror, thriller, e poliziesca vediamo la sviluppa di un’ossessione col genere. Ma perché siamo così presi dalla violenza e con il fascino di un delitto? Forse perché da quando siamo piccoli, c’è sempre stato il volere di scoprire qualcosa di nuovo o di fare qualcosa che non dovremmo e farla franca, o come hai detto Hans, tutto ha cominciato don Scooby Doo. (Se non fosse per voi ragazzi fastidiosi e il vostro rognoso cane…)
Forse è perché vogliamo vivere in un altro mondo per un po’, o vorremmo scappare dai delitti con cui non possiamo fare niente per impedire. Ci mettiamo dentro la storia per provare, insieme al investigatore, a scoprire chi l’ha fatto e trovare la giustizia che è rara nel nostro mondo quotidiano. Anche se non capiamo bene perché ci piacciono la letteratura poliziesca, sappiamo che sono d’intrattenimento e la leggiamo comunque.
Secondo me, la letteratura ha due lati o tre angoli… non sono sicuro, ma vediamo come procedono le cose…
Dal punto di visto di uno scrittore ci sono alle meno due cose che si deve prendere in considerazione, la prima è di vendere libri per guadagnare da vivere e l’altro e di far divertire, educare, informare, i lettori. Perché se loro non trovano i libri interessanti, non compreranno i libri e lo scrittore non avrà più soldi né tempo per scrivere (perché dovrà guadagnare da vivere).
L’altro angolo sarebbe che allo scrittore piace il genere giallo se stesso e scrive non per gli altri, ma per scappare dal mondo vero come noi lettori. Non importa cosa, il genere sarà stato letto per sempre, con ogni delitto, e scandalo i gialli diventeranno pi interessante da leggere.

Wednesday, January 28, 2009

Che cos'e' la letteratura poliziesca?

Che cos’è la letteratura poliziesca? Questa è una domanda che dovevo chiedermi, perchè non sapevo la risposta prima di questo corso. Racconti polizieschi sono storie di misteri e di delitti passionali, o piuttosto, storie di omicidio. Un’altra domanda; perchè interessarci di queste storie? Non so esattamente perchè ci sia questo fascino con il genere giallo. Forse, durante il corso delle nostre vite monotone, dobbiamo pacificarci, ironicamente, con la lettura di qualcosa di pericolosa o commovente? Forse, c’è un senso di valore che ci manca? Dobbiamo chiedirci, perchè questo fenomeno esiste nella nostra cultura? C’è una sfumatura diabolica, che tutti noi abbiamo? Vogliamo vivere la criminalità cosicchè possiamo divertirci? Vogliamo trovare il colpevole e vogliamo essere il genio?

Forse, semplicemente, questa è una forma artisitica, e nient’altro? Antonio Gramsci riteneva che siamo tutti artisti e intellettuali. Non soltanto gli autori sono intelletuali, ma anche noi lo siamo. Si potrebbe dire che siamo le loro ispirazioni; a causa di noi, gli autori hanno qualcuno su cui riflettere. Credo che a causa dei nostri delitti, la poliziesca esista, quindi siamo artisti: artisti di delitti. Senza di noi, si potrebbe dire che non ci sarebbe niente da leggere?

Ma, faccio digressioni, che cos’è la letteratura poliziesca? Quali sono le caratteristiche che costituiscono una racconto poliziesco? Si potrebbe dire che ci sono delle regole; la più importante; il personaggio è un investigatore e può essere poliziotto o cittadino privato. Inoltre, non ci può esistere un’amante, questo aspetto è molto importante, possibilmenteil più importante. Gli investigatori non possono essere distratti dalla verità, devono focalizzarsi sul delitto e solo il delitto. Oltretutto, indagine deve essere fatta con intelligenza e conoscenza scientifica; ci devono essere fatti e linguaggio pertinente. Finalmente, ci deve essere una fine, oppure, una fine dove il mistero è risoluto. Comunque, si potrebbe dibattere questo aspetto; non ci deve essere una fine felice od una soluzione, questa è una storia scientifica, e quindi realistica, si?

Chi sono alcuni investigatori classici? I classici, quelli storici e importantissimi sono Auguste Dupin di “I delitti della Rue Morgue” (di Poe) e Sherlock Holmes (di Doyle). C’erano altri, ma non erano tanto importanti o prominenti quanto questi. Non conosco bene questi personaggi, ma direi che conosco Holmes meglio di tutti gli altri. Mi ricordo il racconto, oppure, il film chiamato “Young Sherlock Holmes”, questo film mi ha fatto un’impressione quando ero bambino, volevo diventare un genio, come lui. Putroppo, questo film non è un racconto poliziesco vero, c’è una donna...

Questi investigatori sono dell’Ottocento, ma chi sono gli investigatori contemporeanei, del Novecento o di adesso? Nel Novecento e adesso, abbiamo Sam Spade, Kojak, Jessica Fletcher, Agatha Christie, o persino Scooby-Doo ed il mio favorito, Colombo. Però, questi sono detective veri? Hanno le caratteristiche della letteratura poliziesca? Direi che alcuni rappresentano i tentativi di Hollywood di creare letteratura poliziesca, ma siccome è Hollywood, devono aggiungere una storia d’amore. Perchè non ci sono personaggi investigativi prominenti nella storia della letteratura italiana? Questo genere è molto importante adesso agli italiani, però non ci sono tanti esempi conosciuti della letteratura poliziesca italiana durante l’epoca di Dupin o di Shelock Holmes. Questo potrebbe essere a causa dei critici che non acclamavano gli esmepi italiani? Come riusultato, gli italiani non conoscono bene gli autori popolare italiani. Perchè esiste questo fenomeno?

Allora, ci divertiamo a leggere questo tipo di letteratura. È una forma di divertimento che avremo per molto tempo. Finchè facciamo le stesse cose finchè esistano i delitti come l’omicidio, ci saranno tanti esempi di questa letteratura. Allora, siamo artisti?