Wednesday, April 22, 2009

La violenza nel giallo

Il tema della violenza si trova in molti gialli. Perché il giallo, d’abitudine, era centrato attorno al delitto (o delitti) misterioso o criminale. Il diletto implica una violenza contro una o più persone, o contro le cose che appartengono a qualcuno. Un delitto senza violenza può essere commesso ( le bijou del sultano è rubata), ma non sarebbe interessante per un lettore d’oggi se il pericolo o la minaccia della violenza non fosse presente nel racconto. Nei gialli classici di Agatha Christie le vittime sono ammazzate con l’arsenico o in modo freddo con sottigliezza; tutto il contrario dei fatti sanguinosi che si vedono in Profondo Rosso. Si può visualizzare una gradazione graficamente espressa in gradi o in quantità misurata che va da poca violenza o una violenza sottilizzata come nei romanzi di Conan Doyle verso i romanzi di Thomas Harris, con i cannibali che uccidono in serie,- come Hannibal Lector.
Ho amato molto il romanzo di Sciascia A ciascuno il suo, un libro dove le scene della violenza occupano a pena qualche linea di testo. I film di culto e d’orrore sono diversi (per esempio El Topo di Joderowsky, o Throne of blood di Kurasawa). La gente ha bisogno di guardare il sangue e diverse forme di violenza per avere paura e per avere l’esperienza dell’emozione forte. Io non sono contro la violenza nel romanzo se contribuisce al racconto. Per esempio, le sette morti nel Il nome della rosa hanno un senso per lo sviluppo del romanzo di Eco. Penso anche al romanzo giallo/storico Il fuoco greco scritto da Luigi Malerba, per descrivere un’epoca violenta, durante la Corte di Bisanzio: l’autore ha ricreato un mondo brutto con la sua finzione immaginativa. I romanzi gialli classici sono diversi delle opere di autori moderni come Niccolò Ammaniti ( Io non ha paura; Fango; Ti prendo e ti porto via; e il più violento- Come Dio commando). La lettura degli autori come Sciascia, Marco Vichi (con la serie “Un’indagine del Commissario Bordelli”), Fruttero & Lucentini (La donna della domenica, ...A che punto è la notte), Simenon ( la serie di L’inspecteur Maigret), e Camilleri sono autori che preferisco per la qualità della scrittura e per il divertimento. Per me, la soluzione degli intrighi e la pista dell’investigazione sono più importanti della brutalità del delitto.
Ma di volta en volta devo confessare che amo leggere un po’ di libri più violenti come- Wu Ming (Manituana), Valerio Massimo Manfredi (Chimaira, ..Lo scudo di Talos,), Evangelista ( Black flag, ...Emmerich, l’inquisitore http://www.eymerich.com/ ) e Fred Vargas (tradotto in italiano). Forse, l’azione e la rapidità della lettura contano per qualche cosa. Quando il racconto è buono è difficile d'arrestare da leggere. Con i gialli, io sono curioso da vedere la fine del libro per scoprire tutti i fatti sul delitto e i risultati dell’investigazione. Il filosofo Rene’ Girard ha scritto sull'associazione fra la violenza e la sacralità. Per lui de religioni erano formate dei riti sacrificali, un tipo di violenza organizzata dalla comunità. Per lui il sistema moderno della giustizia è un’evoluzione del concetto del sacrificio violento. La capra espiatore ha la funzione di “espiare” la colpa della società. La pena di morte, la tortura e la carcerazione sono le forme moderne della violenza comunitaria che sono amministrate per i giudici, un potere aperto all'abuso secondo Sciascia. Insomma la violenza è uno aspetto della cultura nascosta nell’origine oscura e nei miti antichi dell’umanità. Nascosta, ma ancora presente oggi specialmente con la pena di morte.
Il ruolo della violenza nei gialli è da cattura l’attenzione del lettore ma anche di provocare un senso d’indignazione e creare un’emozione forte. Quando il criminale è scoperto e il delitto è risolto noi abbiamo un senso di successo. Identificammo con il vincitore, il detective. Noi siamo maestre della situazione. Nella vita reale il mondo è diverso è la violenza esiste e non è una finzione. Si può essere la funzione del giallo di compensare con l' imaginazione per i fatti troppi brutali del mondo. Buona lettura!

2 comments:

  1. Robert- hai scritto :"Con i gialli, io sono curioso da vedere la fine del libro per scoprire tutti i fatti sul delitto e i risultati dell’investigazione". Anche a me piace scoprire la fine dei romanzi gialli pero` in questo corso non abbiamo letto i gialli che ci hanno dato una VERA E PROPRIA fine, cioe` una fine con il solito risultato, e ho imparato ad apprezzare questo perche' non e` necessariamente la fine che rende bello il giallo ma quello che possiamo imparare dalla fine. Ho imparato molto di piu` da questi gialli che non hanno una vera fine, che ho imparato da quelli gialli che hanno la solita fine, cioe "Personaggio A" ha ammazzato "Personaggio B" per ragioni 1, 2, e 3. Anche se non ho capito come Gadda scriveva, ho imparato un sacco di concetti utili e questo per me e` il vero premio nel leggere i gialli. All'inizio mi chiedevo, "ma perche' non c'e` una fine soddisfacente? sono delusa" adesso ho capito che ero io a deludere la letteratura e non vice versa perche' non ho visto il vero messaggio...
    ma in ogni caso, per la violenza nei gialli, quello per me e` solo un modo di attrarre i lettori e finisce per essere l'elemento meno importante.

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  2. Perchè si dice che un libro giallo senza violenza non può essere considerato come un libro interessante? Roberto, Hai notato che nella maggior parte dei libri gialli la violenza è utilizzata soltanto come strumento per catturare l'attenzione del lettore. In generale possiamo vedere che la violenza è utilizzata per provocare un'emozione in chi sta leggendo il libro, sia positiva che negativa come forma di indignazione o disgusto. Ma comunque serve a muovere qualcosa nell'animo del lettore che lo rende interessato e appassionato alla ricerca della verità e della giustizia come soluzione alla violenza. Penso che siano questi i motivi principali per cui, noi come tutti gli altri lettori, ci interessiamo e siamo attratti dalla letteratura gialla. E' una specie di "gioco" dove vengono sensibilizzate e suscitate le nostre emozioni, e per questo motivo diventa sempre più difficile distaccarsi dalla realtà ed essere indifferenti alla lettura del libro. Anzi, diventiamo quasi dipendenti dalla intrigante lettura che ci appassiona fino in fondo e non ci permette di mettere giù il libro fino a che non abbiamo trovato la soluzione del delitto. Per questo motivo secondo me i libri gialli servono a scoprire non soltanto i lati oscuri e macabri delle descrizioni violente e sanguinose degli omicidi, ma servono anche a realizzare uno scopo più nobile e illuminante come il trionfo della giustizia sul male. Se leggessimo un libro dove si parla di un delitto senza però utilizzare una descrizione grottesca o macabra della violenza, non credo che ci sentiremmo così attratti dalla lettura e così appassionati nella storia. E per questo motivo mi chiedo: si può davvero considerare giallo un libro senza violenza?

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