Tuesday, March 31, 2009

Come uno scittore rivela la sua propria vita dentro un mondo letterario


La letteratura poliziesca è stata spesso criticata per la mancanza di un vero valore artistico. Molti critici, infatti, hanno caratterizzato il genere letterario come una semplice forma di svago, senza nessuno scopo. Che cosa succede, però, quando lo scopo della letteratura poliziesca è quello di introdurre le vere esperienze personali nella vita dei suoi personaggi finti, di rappresentare la vita reale? Il risultato, nel caso di Gadda, è un miscuglio di lingue, informazioni secondarie al testo, e una strana connessione ai personaggi.
Neanche un dizionario vi è utile a leggere Gadda. Purtroppo, le parole dialettali non fanno parte del linguaggio standard. Quindi, se uno non conosce il romano, milanese, veneziano, greco, ecc., è difficile leggere Gadda con chiarità e facilità. L’uso delle varie lingue, però, è lo strumento con cui Gadda riesce a far sapere al lettore discretamente quanto sa lui. Senza dire in parole ben chiare quanti luoghi ha vissuto e visitato, ci dà un accenno alla sua esperienza del mondo, un accenno che noi esperimentiamo nelle diverse lingue dialettali nel testo. Conosciamo un aspetto biografico dello scrittore senza averlo letto precisamente.
Al momento in cui il lettore comincia a capire il suo romanzo al livello lessicale, Gadda ci porta fuori strada per rivelarci un altro aspetto di se stesso. Infatti il Pasticciaccio è pieno di storie che non hanno che fare con la trama centrale, diversioni e divagazioni nel testo fatte per parlare di un fatto peculiare. Di solito questi sfoghi rispecchiano la sua conoscenza- tecnica: come, per esempio, una spiegazione grafica di un cadavere, o un commento dettagliato di un’ arma rappresentando le sue esperienze militari. La spirale continua non ci fa seguire una sola traccia nella trama del romanzo, ma invece una traccia nella vita di Gadda.
I personaggi di Gadda hanno una strana somiglianza alle persone della sua famiglia, conseguentemente portando il lettore ad una conoscenza e una connessione personale ai personaggi. Non a caso, c’è una somiglianza tra Liliana e la madre di Gadda. La rappresentazione di una Lilliana pura, lodevole, e quasi vergine rispecchia anche una descrizione della madre di Gadda. Le cosiddette ragazze adottive con la loro bellezza sono state paragonate alla sorella di Gadda. Come Liliana con il suo forte desiderio di essere mamma, era pure suggerito che la sorella di Gadda cerco’ di adottare una bambina dopo essersi sposata ad una età troppo matura per farsi una bambina sua. Anche il protagonista Ingravallo condivide molte somiglianze con Gadda stesso. La maniera in cui Ingravallo si perde in un dettaglio particolare dipinge la maniera stessa in cui pensa Gadda. Allora, conoscendo i personaggi nel suo romanzo diventa quasi una trucca letteraria dell’autore, e allo stesso tempo, il suo romanzo diventa qualcosa di più di una classica storia poliziesca.
La letteratura di Gadda, nonostante la difficoltà a seguire bene la trama, è un tipico romanzo giallo con l’investigatore classico. Il Pasticcacio, però, offre qualcosa di più al lettore. Il lettore diventa non solo l’investigatore del delitto di cui legge, ma anche l’ investigatore della vita di Gadda. Allora, se il lettore investiga bene, troverà delle tracce che portano a capire la biografia dello scrittore. E facendo questa investigazione psicoanalitica,il lettore scopre uno scopo nascosto di Gadda: l’intreccio poliziesco svela al lettore il caos della vita. Ma come Gadda ci fa lavorare molto per seguire la trama nel suo romanzo, ci farà lavorare di più per rivelare il mistero della sua vita. Poichè tutti noi, come Gadda, abbiamo una storia da rivelare.

4 comments:

  1. Penso che ogni scrittore ci fa conoscere la sua vita attraverso le parole che scrive nei suoi libri. Prima di iniziare a leggere qualsiasi libro, ci possiamo subito fare un'idea dell'autore e di quale sia la sua storia personale attraverso le parole che ha scritto e le cose che gli piace scrivere. E questa analisi continua mentre leggiamo il libro e guardiamo all'autore. Ad esempio possiamo vedere che la trama del Pasticciaccio prende spunto da alcuni momenti della vita di Gadda. I personaggi che ha descritto nel libro non sono esattamente come le persone nella sua vita, però tutti hanno qualcosa in comune con alcuni individui nella sua vita. Per me, se volessi scrivere un libro, le prime cose che mi verrebbero in mente sarebbero le situazioni che ho vissuto oppure la gente che ho incontrato della mia vita; come ad esempio la mia famiglia o i miei amici, la scuola o il lavoro. E questi tipi di argomenti sono sicuramente gli argomenti chiave che possono dipingere meglio di qualsiasi altro la vita del soggetto che scrive. Ma semmai lo scrittore decidesse di scrivere questi argomenti in prima persona, allora in questo modo il lettore potrebbe scoprire troppe informazioni personali sull'autore e fare una investigazione psicoanalitica. Quindi penso che non sia possibile diventare uno scrittore senza che vengono coinvolti anche i suoi sentimenti, le situazioni vissute o i problemi affrontati sulle pagine del libro perchè tutti i lettori amano leggere le storie vere. Se lo scrittore scrivesse o raccontasse un argomento che non conosce bene, allora il lettore comprenderebbe questa mancanza e il libro non sarebbe interessante.

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  2. Comè uno scritto rivela la sua propria vita? Uno scritto non ha una scelta, ma rivelare la sua vita. È la natura della bestia. Credo che quando si fa un lavoro di finzione, un pezzo della loro anima e la loro mensa entra il racconto. L’informazione fuoriesce della testa alla pagina, e ci sono orme della vita dello scrittore stesso. Quando scrivo, io faccio la stessa cosa, non sarebbe un lavoro originale senza lo sforzo. Includo informazione che imparavo durante la mia vita ed educazione propria, sono le cose che rendano il racconto personale. Se il lettore sia d’accordo è una cosa diversa, ognuno ha la loro propria opinione. Senza il contributo dello scrittore, la genera di giallo sarebbe abbastanza noioso.

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  3. Jessica- Dopo aver letto il tuo post..mi accorgo (anche se mi spaventa ammetterlo) che ongnuno di noi ha un po` di Gadda dentro. Cerchiamo di scrivere quello che sappiamo, e` solo che il nostro stile e` diverso..se non scriviamo per mostrare agli altri quello che sappiamo, allora perche` scrviamo ? Noi vogliamo essere come Gadda, liberi di scrivere quello che vogliamo e tutto quello che sappiamo, che sarebbe piu` facile! E` facilissimo raccontare le cose che lo sai, no? Pensaci..
    "bisogna sapere tutto" e` un concetto Gadiano che mi piace ma non so se ci credo veramente. Credo che quando uno sia appassionato di una cosa, vorrebbe sapere tutto anche se in realta` e` un po` impossibile perche' la vera conoscenza viene dal vivere e di fare esperienze!!
    Il concetto che la letteratura poliziesca non ha un vero valore artistico mi fa proprio schifo. Come fanno a caratterizzare "il genere letterario come una semplice forma di svago, senza nessuno scopo"? E` assurdo...dato che possiamo imparare tutti questi bellissimi concetti dai bravi scrittori come Gadda e Sciascia. come fa a non avere un valore artistico? MA VA! Lo stile di Gadda e` un'arte secondo me..se non e` arte..allora non so cosa sia.

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  4. Per me la vera vita dell'autore,la vita più importante, è la vita dell'immaginazione, un mondo degli immagine, della fantasia e dei fantasmi,- dei fantasmi reali o psicologiche. Penso che la vita d'uno scrittore può essere noioso, monotono, solitario, borghese,ordinario etc. In compenso, il vera vita si trova qualche parte altra, nasconda nel mondo più ricchi delle idee, delle cose della mente. I fatti biografici sono là, nel caso di Gadda, per tutti da guardare, ma i fatti non esplicavano tutto, la psicologia non può dare una risposta o un ragione per le scritture di Gadda. Penso che la psicologia personale di Gadda ha aiutata a formulare una visione personale ed individuo che lui ha comunicata con il suo proprio stilo e creatività.

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